Editori, agenti letterari e self publishing
Torniamo a parlare di un argomento che sta a cuore a molti: la pubblicazione del proprio libro. Oggi ci tuffiamo nell’argomento degli agenti letterari in relazione agli editori e agli autori.
Abbiamo parlato dei concorsi letterari attraverso i quali gli scrittori possono farsi conoscere e far conoscere le proprie opere. Ora vi parlo di agenti letterari, di editori e di self publishing, giusto per fornire qualche info utile.
Gli editori
Le grandi case editrici sono piuttosto difficili da raggiungere. Puoi riuscire anche a spedire il tuo romanzo, ma non è così facile farsi prendere in considerazione. È un po’ come la famosa canzone che dice “Uno su mille ce la fa“.
È proprio vero!
Gli editori ricevono letteralmente centinaia di romanzi che non hanno minimamente richiesto. Va da sé che risulta davvero impossibile leggerli tutti. Inoltre la pubblicazione è comunque limitata ad un certo numero di titoli all’anno.
Con tanti libri da leggere come faranno a scegliere?
Si basano sul soggetto, sulla sinossi, sulle trama e sulla lettera di presentazione. Se tutto questo accende il loro interesse allora passano alla lettura del romanzo. Dicono siano le prime dieci pagine a far decidere se vale la pena andare oltre. Qualcuno parla di primo capitolo, quindi più pagine.
Ma se è davvero così difficile raggiungere gli editori seri e farsi anche solo prendere in considerazione, che soluzione abbiamo?
Gli agenti letterari
A mediare tra editori e autori ci sono gli agenti letterari. E qui è come camminare sulla uova o fare gli elefantini nelle piccole cristallerie. Oltre a far danni ci si può far male!
Ho incontrato, e avuto modo di contattare, diversi agenti letterari ed è stata una delusione su tutti i fronti. Certo non è mai bello generalizzare, ma quelli a cui mi sono rivolta non hanno soddisffatto le mie aspettative (che non erano la pubblicazione ad ogni costo, sia ben chiaro!).
Quando incontrai la prima ero davvero una sprovveduta. Avevo appena deciso di “cercare di realizzare il mio sogno”. Era donna forse un tantino più adulta di me. Mi disse chiaro e tendo che il romance (ai tempi scrivevo romanzi rosa) era morto e sepolto e che in Italia non sarei mai riuscita a pubblicare.
A parte che il romance è ancora vivo e vegeto e vende tantissimo, ci rimasi sufficientemente male. Caratterialmente però non sono una che si arrende, così decisi di cimentarmi in un racconto del mistero, secondo lei genere molto più in voga.
Dopo averlo inviato a diversi concorsi letterari per cui non arrivai neanche sul podio (ognuno ha i suoi criteri di valutazione!!) decisi di inviarlo ad una famosissima rivista italiana. All’epoca vendeva circa un milione di copie a settimana o qualcosa di simile.
Inviai il racconto dattiloscritto in una busta indirizzata al direttore editoriale. Mi telefonò dieci giorni dopo. Disse che il mio racconto era bellissimo e lo pubblicò immediatamente. Guadagnai fior di soldi.
E questo grazie a quella cara ragazza che mi disse che il romance era morto. Con lei non ci ho mai combinato nulla. Non so nemmeno se fa ancora l’agente letterario.
Il secondo lo pagai parecchio, un’ottima agenzia di Milano. A parte dirmi che scrivevo male e che il romanzo che avevo sottoposto in lettura non era vendibile, mi fecero una relazione di quattro pagine incentrata sugli errori di battitura e sul modo scorretto di scrivere la “e” accentata che avevo utilizzato. Peccato che il signore in questione, in questa relazione piena di inutili paroloni, sbagliò lui stesso a scrivere e inventò una parola che non trovai nemmeno sul dizionario.
Quando glielo feci notare, non senza un pizzico di soddisfazione, non poté non affermare di aver “scritto male”.
Ma forse fu proprio questo a spronarmi ad andare avanti. Per principio non sopporto le persone che si ritengono al di sopra degli altri. Se mi critichi o sei perfetto e non hai un difetto (come dice la canzone di Bennato) oppure evita.
Certo probabilmente il mio romanzo non aveva storia, era brutto e senza senso, chi dice di no? Ma si migliora leggendo e scrivendo. Nonostante mi costò parecchio non erano i soldi persi a dispiacermi, quanto la scarsa professionlità della persona che mi era sembrata più interessata al denaro che ad altro.
Dopo queste esperienze negative, come ti dicevo, inviai un racconto alla rivista GrandHotel, era il 2001. Dopo la pubblicazione di quel primo racconto del mistero ho continuato a collaborare con loro. Forte delle pubblicazioni avvenute contattai altre riviste e giornali.
Nononstante sembrasse che il romance non andasse pubblicai centinaia e centinaia di racconti. E qualche romanzo. Il primo che mi fu pubblicato lo trovi in seconda ristampa su Amazon. Tornati miei i diritti dopo anni ho deciso di riproporlo.
Ho pubblicato circa 1.600 racconti e ne vado fiera. Se avessi dato ascolto a quei due non avrei mai fatto nulla, non avrei mai cercato di realizzare i miei sogni.
Chissà, forse gli agenti letterari utilizzano criteri differenti per valutare le opere e gli autori. Bisogna dire, in loro difesa, che sicuramente riceveranno centinaai di richieste di autori che vorrebbero pubblicare, ma quante opere sono realmente valide?
Sarà proprio per evitare di dover leggere centinaia di romanzi poco belli che hanno deciso di farsi pagare per la lettura? Perché in questo modo molti autori rinunciano. Le tasse di lettura spesso sono in relazione alla lunghezza dell’opera, ma si tratta comunque di centinaia di euro.
E se poi vuoi pagare e contatti un agente e… beh, c’è anche quello che non ti risponde mai! Legge le tue mail, legge i tuoi messaggi in DM su Instagram eppure non risponde. Strano, non è vero? Perlomeno al guadagno dovrebbe essere interessato!
Sono giunta alla conclusione che è un mondo strano!
Ad ogni modo se sei così fortunata da trovare un agente letterario che legge il tuo romanzo (ovviamente a pagamento perché a nessuno piace lavorare gratis, nemmeno a me e a te) e lo trova valido, ti proporrà un contratto.
In questo tu ti impegni a dare a lui/lei una parte dei tuoi proventi derivanti dalla vendita del libro.
E dovrà fare lo stesso anche l’editore…
E qui mi si apre un mondo… e scusatemi se polemizzo un po’…
Se davvero il tuo libro è da pubblicare e l’agente avrà il suo bel tornaconto … non sarebbe carino se ti ritornasse i soldi? E… quanti romanzi legge a pagamento? Ho sempre pensato agli agenti letterari come ad una risorsa. In pratica oggi credo che abbiano più o meno tempo per prendersi cura degli autori che seguono e non ne avanzino molto.
Per questo non sono in grado di far fronte alle tante richieste e così “scremano” chiedendo di essere pagati. Ripeto, non penso si debba lavorare gratis, ma l’agente letterario non dovrebbe essere un talent scout? Non è suo compito trovare il grande autore che li farà guadagnare fior di quattrini? Forse sono io ad essere fuori dal mondo a pensarla così, ma sarebbe come dire che anche i talent scout si fanno pagare da chiunque cerchi anche solo di provarci.
A volte invece sembra che, impossibilitati a trovare bravi autori, diventino di professione lettori e punto. Lo so, sono un po’ pungente, ma stavolta non posso farne a meno.
L’agente letterario è senza dubbio una risorsa per la casa editrice che, grazie al suo lavoro, risparmia tempo e si trova tra le mani un manoscritto già valutato. Inoltre, devi sapere, che i manoscritti che porta l’agente letterario sulla scrivania dell’editore hanno la precedenza sugli altri.
Il self publishing
Per anni mi sono domandata se cercare un editore serio e di un certo rilievo a cui proporre i miei romanzi oppure no. Ero davvero incerta. Ci sono i pro e i contro in tutte le cose. Di mezzo un contratto che ti lega e ti limita. Non ero certa di volerlo.
Così ho tirato per le lunghe e non ho contattato nessuno per anni. Ho preferito il self publishing mentre cercavo di schiarirmi le idee, così potevo scrivere del genere che volevo, a seconda di ciò che preferivo, senza vincoli di sorta.
Escludendo gli editori tradizionali e gli agenti letterari rimaneva il self publishing (per amor del Cielo non rivolgetevi a editori a pagamento!!!).
INVESTITE su voi STESSI!!!
Come vi ho suggerito nel video su IGTV e nel post, una volta finito di scrivere il vostro romanzo, rivolgetevi ad un bravo editor professionista che vi aiuterà a migliorarlo. Ricordate, non sono soldi buttati, ma soldi ben spesi.
Sono un investimento!
Quando sarà pronto fatevi realizzare una copertina accattivante (anche questa non è una spesa, bensì un investimento) e pubblicatelo sulle piattaforme di self publishing. In uno dei prossimi articoli vi parlerò anche del fondo KDP.
Pubblicizzatelo, promuovetelo, regalatelo! Fate in modo che lo leggano più persone possibile e, quando scalerà le classifiche di Amazon vedrete arrivare i grandi editori che vi proporranno la pubblicazione con loro.
Difficile?
Se fosse semplice ci riusciremmo tutti. E non è così. Tantissimi pubblicano, molti meno vendono, ma questo fa parte del gioco. Bisogna credere in ciò che si fa, credere in se stessi e perseverare.
==> Guarda il video su IGTV su questo argomento.
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