Il mestiere di scrivere, hobby o lavoro?
Se leggi questo post sei una scrittrice, uno scrittore, una blogger oppure un’influencer. Insomma una di quelle professioni alquanto controverse che tutti vorrebbe sfruttare senza pagare.
Sono certa che è capitato anche a te! e se non ti è ancora successo, abbi fede, prima o poi ti capiterà.
Ho pensato di scrivere questo post per fare un po’ di chiarezza in un mondo confuso, sperando che scrittrici, blogger e influencer che leggono possano trovarci un po’ di pace, ma anche di “mal comune”, e sentersi così meno pecore nere.
L’occasione è un messaggio inviatomi da una carissima amica nella quale una sconosciuta (io non so nemmeno chi sia) inveisce contro chi si fa pagare per collaborazioni e/o recensioni.
Come prima cosa facciamo un esempio facile facile…
Un panettiere fa il pane e se lo vuoi paghi. Un muratore costruisce la tua casa e lo paghi. Tu vai al lavoro e ti danno lo stipendio... Io scrivo, perché dovrei regalare il frutto del mio lavoro? Share on XSembra banale, ma non lo è per niente.
Scrivere è un piacere per chi lo fa, come fare il geometra dovrebbe esserlo per chi ha scelto liberamente quella professione. Chi corre in macchina ha scelto di farne la sua professione. Chi è un influencer ha scelto questo lavoro. Lo stesso chi fa recensioni.
Ci sono due soli modi per fare le cose:
- da dilettante
- da professionista.
Scrivere può essere un hobby che hai nel tempo libero o può essere la tua ragione di vita. Se è un hobby non ti importa se ti pagano o meno perché hai un altro lavoro (altrimenti non parleremmo di hobby, giusto?). Se invece è il tuo lavoro e non vieni pagato per farlo non avrai di che vivere e quindi ben presto dovrai smettere e dedicarti ad altro.
Dicono che tanti blog aprono e che dopo pochi mesi chiudono. Chi lo ha aperto voleva guadagnare in fretta. Ecco, forse non è proprio tutto lì. Un blog, come del resto un libro, o una collaborazione, richiede impegno. A fronte di questo si verrà poi retribuiti. Ma se non decolla non puoi lavorare gratis per l’eternità!
Il mestiere di scrivere
Ti parlo un po’ di me, giusto per dare un po’ di realtà su chi sono e cosa faccio… Ho sempre voluto dedicarmi alla scrittura, è sempre stata “la mia ragione di vita“. Quindi non un hobby. Certo lavoravo per mantenermi mentre aspettavo di diventare una “scrittrice professionista”.
Sono stata molto fortunata. Anche se all’inizio è stata durissima, ho passato anni a ricevere porte in faccia, quando è andata in porto la mia prima collaborazione è davvero iniziato tutto! La prima rivista per cui ho iniziato a scrivere è stata GrandHotel. All’epoca aveva un milione e mezzo di lettori alla settimana. I miei racconti del mistero raggiungevano davvero molta gente e venivo pagata molto bene!
Poi altre collaborazioni importanti e meno importanti si sono aggiunte a questa. In dodici anni ho pubblicato oltre 1.600 racconti su riviste utilizzando moltissimi pseudonimi. A volte su un giornale c’erano anche cinque miei racconti con nomi diversi.
Scrivere è sempre stata la mia ragione di vita Share on XPoi ho iniziato ad essere contattata da scrittori emergenti. Un tizio mi ha inviato il suo racconto e mi ha detto che non aveva tempo di svilupparlo. Potevo farlo io per lui? Alcuni mi hanno chiesto se potevo fare la revisione delle loro bozze. Altri ancora volevano che li promuovessi gratuitamente sui miei profili per aiutarli a crescere. E c’è anche chi si è offeso quando ho chiesto di essere pagata.
Parliamone!
Se scrivere costa fatica, costa impegno, costa sforzo (non è raro che scriva di notte, quando tutti dormono, togliendo ore di sonno al mio corpo), perché dovrei lavorare gratis per qualcuno che poi non è nemmeno riconoscente e a stento ti dice grazie? E se è così facile da non richiede sforzo perché non lo fanno loro?
Blogger e influencer
Quando ho raggiunto una buona popolarità, grazie anche a dei romanzi pubblicati in self publishing su Amazon che hanno letteralmente venduto migliaia di copie, ho pensato si aprire dei blog. In seguito sono arrivati i primi clienti: aziende che volevano promuovere i loro servizi, autori, negozi e attività.
Tenere un blog è un lavoro, così come essere un influencer. Fare una bella foto richiede tempo. Ci vogliono attrezzature. Avere un buon seguito richiede impegno. Devi essere in grado di parlare con le persone, raggiungerle, coinvolgerle.
Se fosse così facile lo farebbero tutti e non avrebbero bisogno di rivolgersi ad altri, giusto? Poi è semplicissimo criticare, rodersi di gelosia perché un altro ci riesce e magari noi no. Facile criticare il suo voler essere pagato per il lavoro che fa.
Tutto e gratis
Ci sono persone che vogliono TUTTO e GRATIS senza dare niente in cambio. Questo è il vero problema. Recensire un libro richiede tempo. Devi leggerlo, che ti piaccia oppure no. Se non ti piace devi essere gentile con l’autore altrimenti si offende. Se ha scritto una cosa invendibile non è nemmeno disposto a sentirselo dire. Perché tutti sono più bravi di te.
Anche una collaborazione richiede tempo. Devi provare un prodotto, vedere come ti trovi, com’è. Devi fare delle foto come minimo un po’ estetiche e dei avere anche tanti piccoli oggetti da utilizzare come scenografia oltre che le attrezzature necessarie (come ad esempio un cavalletto). Poi devi scrivere il testo, il post in cui promuoverlo.
Il tutto e gratis non esiste per nessuno, esistono però le collaborazioni.
Come collaborare in modo proficuo
Un blog con poche visual, aperto da poco, non può avere la stessa autorità di uno aperto da anni con migliaia di visualizzazioni. Inoltre, so che è brutto a dirsi, ma in alcuni la qualità dei testi è davvero bassa e gli errori sono molti. E non intendo quelli di battittura (che a volte faccio anche e io e vi prego, se li notate, scrivetemi!), ma quelli di forma e sintassi.
Se il blog è di qualità, se scrivi bene, se ti impegni in articoli di utilità per chi legge le collaborazioni arriveranno. Dapprima capiteranno quelle che io chiamo “scambio merce”: tu fai un articolo loro ti regalano dei prodotti. Vanno benissimo all’inizio anche perché prodotti sono di fatto denaro. Poi man mano che il blog cresce i prodotti avranno sempre un valore maggiore.
Una volta che il blog è cresciuto oltre a questo tipo di scambio arriva il pagamento in denaro, cosa a cui un blogger punta per poter crescere professionalmente e dedicarsi solo a quello.
Un altro genere di collaborazione dovrebbe essere quello tra autrici, tra blogger, o influencer. E devo dire che raramente lo trovo. Tutti impegnati a pensare di potercela fare da soli, a pensare di essere i migliori. So che risulterò impopolare con queste parole, ma è la verità.
Ho lavorato per oltre quindici testate online, scritto oltre 15.000 post regolarmente pagati eppure sembra che tutti siano più bravi e conoscano il segreto del successo. E qui vorrei fare una piccola precisazione: mentre sul tuo blog pubblichi ciò che ti pare e come ti pare e nessuno ti corregge, nemmeno se hai dimenticato la “h” dove serviva, se lavori per altri e ciò che produci non va bene, non solo lo rifiutano e te lo fanno rifare, ma ci sta anche che smettano di commissionarti lavoro.
Quindi impari per forza le regole del SEO, come scrivere con l’indice di Gunning, come tenere basso quello di oscurità, come non ripetere sempre gli stessi verbi, e via discorrendo. E l’esperienza ha anch’essa un valore.
Collaboro con alcune bookbloggers in modo eccellente e con alcune famose autrici, abbiamo anche un salotto segreto! e stiamo per dar vita ad un canale Telegram nel quale ci scambieremo info e consigli perché la collaborazione è importante.
Per sua natura, però, una collaborazione tra colleghe è proprio questo: uno scambio nella quale una dà all’altra qualcosa e viceversa. Non è una cosa a senso unico. Questo è il vero segreto delle collaborazioni vincenti: lo scambio. E non intendo di denaro.
Se io ti segnalo un’azienda per cui puoi lavorare tu dovresti fare altrettanto. Se tu mi passi un cliente io dovrei fare altrettanto. Invece si vede tutto dal punto di vista del “chi è più bravo” e di chi dimostra agli altri di essere meglio. Ma in verità per quello dovrebbe esserci il curriculum e dovrebbe servire per i clienti, non per i colleghi. O sbaglio?
In conclusione
Mi spiace se mi sono dilungata cercando di spiegare questi concetti così importanti, ma ci tenevo proprio. Sono disponibile a collaborazioni con colleghe, che siano però vere collaborazioni nelle quali entrambe otteniamo dei benefici.
Il denaro è una forma di scambio e non sempre può essere richiesta. L’importante è che CI SIA una forma di scambio, e solo le persone coinvolte nello scambio possono decidere quale sia.
Chi lavora gratis, chi vende i suoi romanzi a 0,99 centesimi non è detto che sbagli. Bisogna vedere con quale obiettivo lo fa. Se è valido, qual è il problema? Ognuna di noi ha uno scopo, un obiettivo che vuole raggiungere e in teoria fa scelte che dovrebbero avvicinarla a quell’obiettivo. E lo fa per come ritiene giusto o in base alla sua esperienza. La scelta di non farsi pagare in denaro è del tutto personale e insindacabile, come del resto quella di farsi pagare. Tenete però conto che ha dei risvolti sul mercato, non sempre favorevoli. Quando le persone si abiutano a non pagare poi difficilmente si riesce a far loro cambiare idea.
Buon lavoro a tutte e a tutti! e mi spiace se con tanta schiettezza vi ho offeso o infastidito.
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